Senesi Vauro - 2011 - Il respiro del cane by Senesi Vauro

Senesi Vauro - 2011 - Il respiro del cane by Senesi Vauro

autore:Senesi Vauro
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Biography & Autobiography, Entertainment & Performing Arts
ISBN: 9788856610321
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2011-11-14T23:00:00+00:00


9

Resto sdraiato, immobile, con gli occhi fissi al soffitto. Mi sforzo di non sbattere nemmeno le palpebre. Attendo che per stanchezza la vista mi si annebbi fino a trasformare la bruttissima lampada al neon spenta in una chiazza indefinita, come quelle di umidità. Chissà che anche le immagini della mente non tornino a sbiadire, tramutandosi in macchie senza contorni per poi scomparire. Riassorbite dal tempo insieme agli odori, ai dolori e ai colori che ora mi feriscono con la loro nitidezza.

E chissà che non scompaia pure questo stupido cane nero che mi sono inventato e che continua a starmi col fiato sul collo.

Come se avesse percepito la mia intenzione di eliminarlo, Immaginario non si fa più vedere né sentire. La sua assenza sospetta mi distrae dall’osservazione della lampada a neon sul soffitto. Faccio vagare lo sguardo qua e là tra le pareti della stanza, alla ricerca della sua ombra scura.

Inutile tornare a fissare la lampada al neon: ci riprovo, ed eccola lì, per nulla annebbiata. È bastato distogliere per un attimo lo sguardo perché riacquistasse la sua forma in modo netto. Quella sua trasparenza opaca e bianchiccia. È di vetro, ma sembra fatta di una sostanza molle, gelatinosa. Sembra un grosso geco morto rimasto appiccicato al soffitto. Sul muro accanto a me, poco sopra il comodino, c’è una serie di interruttori. Li cerco a tastoni. Se la accendo, forse sembrerà meno brutta. Premo uno degli interruttori, ma non succede niente. Mi assale un dubbio tremendo. Cazzo, mica avrò schiacciato quello del campanello per chiamare l’infermiera? Non ho nessuna voglia di vedermi piombare di nuovo in camera la terribile tracagnotta. Faccio come Immaginario e per alcuni minuti cerco di sparire alla vista restando immobile, le orecchie tese a cogliere il minimo rumore che possa annunciare l’arrivo della strega. Tutto tace, la porta resta chiusa e la tracagnotta non compare. Mi rassicuro e allungo di nuovo la mano verso gli interruttori, stavolta stando attento a non sbagliare. Clic. È quello giusto. Il neon sul soffitto sussulta, manda bagliori tremuli e intermittenti, come se faticasse a illuminarsi. Ah-ah, allora c’è qualcosa che non funziona bene anche in questa clinica perfetta, mi dico continuando a fissare il geco di vetro che si dibatte per riprendere vita. Stranamente, anziché mettermi ansia, visto che la “clinica perfetta” è la stessa in cui tra poco verrò operato, questo pensiero mi diverte. Mi sento come se avessi sorpreso con le brache calate un severo e dignitoso magistrato da cui dipende la mia condanna o assoluzione. Il geco al neon emette un ronzio elettronico continuo che mi solletica le orecchie. Cazzo, proprio come il verso dei gechi cambogiani durante la notte! penso irresistibilmente. Poi mi correggo: no, no, quello dei gechi cambogiani era molto più forte. E poi non era un ronzio, ma una specie di suono metallico e vibrante allo stesso tempo. Tipo quello di una sveglia elettronica.

Taka taka tò taka taka tò!

«Per la Madonna, è già mattina!»

Quel rumore mi aveva percosso i timpani svegliandomi bruscamente dal sonno



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